JEFFREY IMOH, un'altra bella storia del CALCIO DILETTANTISTICO TOSCANO
Il ventenne centravanti del Pietrasanta (Promozione girone A) è arrivato in Italia con un gommone e ora si sta affermando a suon di reti
Jeffrey Imoh è il nuovo idolo dei tifosi del Pietrasanta (Promozione girone A). Drammatica la storia del ventenne nigeriano, arrivato in Sicilia con un gommone nel novembre 2015 dopo aver attraversato Niger e Libia ed aver visto morire di sete un amico durante la traversata.
Dopo aver fatto il muratore in Libia, è arrivato in Italia ed è stato trasferito al centro di accoglienza di Bari. Qui ha conseguito il diploma di terza media e giocava a calcio, quando fu notato da un dirigente dell'Alberobello, trasferendosi così nella patria dei trulli, dove è stato accolto da una famiglia locale. Ha così debuttato in Promozione, realizzando nove reti in undici partite.
In estate, poi, un amico del Presidente del Pietrasanta Carlo Ciaponi glielo ha segnalato, e da qui il provino e l'ingaggio da parte del club versiliese.
Esordio in campionato contro la Folgor Marlia, quindi le maglie da titolare contro Vaianese Impavida Vernio e Lammari, dove ha messo in mostra tutto il suo potenziale ed ha realizzato una bellissima doppietta.
"Ha una velocità impressionante – dichiara Ciaponi a IL TIRRENO – se gli dai spazio e lo lasci partire è difficile poi da arginare. Tecnicamente ha ancora qualcosa da imparare ed i margini per migliorare ci sono. È un bravissimo ragazzo che si è subito integrato con gli altri nonostante abbia ancora qualche difficoltà con la nostra lingua".
Proprio Carlo Ciaponi pare essersi ormai specializzato nel trovare ragazzi di colore da lanciare nel calcio come come Franck Kanouté, ceduto alla Juventus che poi lo ha mandato a fare esperienza a Pescara e Bachir Mané che lo scorso anno ha contribuito al ritorno in serie C della Fermana dove è rimasto anche in questa stagione.
"Sono felice di poter dare una possibilità a questi ragazzi - aggiunge Ciaponi nell'articolo su IL TIRRENO - per i quali il calcio rappresenta un’occasione e con i quali sono rimasto ancora in contatto. Kanouté mi manda un messaggio ogni volta che gioca. Aveva sedici anni quando arrivò e ricordo ancora con un sorriso la prima volta che lo portai con me a cena: mangiò tre pizze".