BUFFON amaro: "Non dovevamo vendere la società ad un forestiero"
Il portiere della Juventus è ancora frastornato per il fallimento della CARRARESE
"Non dovevamo arrivare al punto di vendere a un forestiero la Carrarese. Non c'è interesse di mantenere una squadra così. Abbiamo palesato noi tutti, me compreso, i nostri limiti. Non sappiamo far gruppo e lavorare in gruppo. Sfido chiunque a buttare a mare un'occasione come questa", parola del capitano della Nazionale e della Juventus Gianluigi Buffon con riferimento a tutti i carraresi.
Un Buffon a dir poco amareggiato quello intervenuto per far chiarezza, per dire la sua sulla situazione della Carrarese Calcio - di cui detiene il 30% delle quote - dopo la sentenza dichiarativa di fallimento del tribunale dello scorso venerdì che ha visto frantumare una storia centenaria gloriosa. Un campione del mondo definito dagli addetti ai lavori come il miglior portiere mai esistito e a soltanto quattro minuti da un record storico: nella prossima sfida col Torino potrebbe superare Sebastiano Rossi nel record assoluto d'imbattibilità per un portiere di Serie A.
Una situazione paradossale che vede il portiere carrarese tra l'ennesimo record e la sofferenza per una maglia, quella giallo blu, che negli ultimi anni (dal 2010) l'ha visto in prima fila come maggiore azionista. Fino a quest'anno, appunto, con la cessione del 70% della società all'imprenditore Raffaele Tartaglia e l'inizio di una telenovela che ha tenuto fino a venerdì scorso tutti i tifosi col fiato sospeso per mesi. "Sono amareggiato, - ha esordito Gigi Buffon - il fatto che ci siano certi personaggi che possano gravitare nello sport è aberrante. Ad ogni modo mi auguro per la Carrarese, mantenendo la categoria, un futuro più solido e più onesto".
Ha poi proseguito su eventuali scenari futuri come un fiume in piena, a testimonianza di un pathos non da poco quando parla di Carrarese. "Non mi sono posto il dilemma di proseguire, nonostante alcuni messaggi di persone che hanno riconosciuto ciò che ho fatto per Carrara e la Carrarese. Ma non lo so in questo momento, perché sono frastornato e devo elaborare ancora tutto. Non posso non considerare gli sforzi profusi, non solo economici, ma di sentimento, di valori, di energia fatti per cercare di costruire qualcosa di innovativo, di bello e a questo punto buttati via".
Un Buffon amareggiato e anche infastidito da certe esternazioni di una parte della tifoseria. "Ho risposte d'affetto in tutto il mondo, qua a Carrara invece non ho sortito nessun effetto. Scenari non posso prevederne, fino alla fine pagheremo la stagione a tutti i giocatori, nessun tipo di problema. Da Giugno vedremo chi vorrà prendere una società di Lega Pro all'avanguardia per strutture".
"Nessuna riconoscenza - puntualizza - da alcuni verso chi ha fatto molto e questo non lo accetto. Questo tipo di penitenza ci farà bene per apprezzare di più chi ha cercato con onestà e trasparenza di portare in alto Carrara". Doveroso il passaggio su Tartaglia (che non nomina) dalle eventuali verifiche a riguardo di cui il portiere della Nazionale dice: "Abbiamo fatto le verifiche patrimoniali e davano ampia tranquillità". Proseguendo poi con il tema cardine dell'intervento. "Non avrà mai da me la pubblicità che vuole, ma - precisa - non gli do la colpa perché lui si è inserito in un vuoto di interesse, nostro, carrarino. La colpa maggiore è di tutti noi che adesso recriminiamo. Tutta la comunità si deve sentire colpevole perché se il 70% delle quote societarie vengono vendute a uno di fuori, purtroppo vuol dire che non si è fatto il massimo per far rimanere una realtà così in mano a noi. Una realtà come la Carrarese può andare avanti solo con gente del territorio".
Proprio qui il succo dello sfogo. Non tanto i singoli, ma il disinteresse di una comunità verso un bene comune come la Carrarese che rappresentava da 108 anni la città. "Mi dispiace perché fino all'ultimo abbiamo provato a riprendere le quote, ma purtroppo non è andata". Uno sfogo amaro, quello di Gianluigi Buffon, concluso con una domanda: "Ma chi l'ha mandato?". Un Buffon dunque più ferito dal disinteresse cittadino e che sperava non solo in una dimostrazione di riconoscenza più ampia dalla cittadinanza, ma anche in un supporto sostanzioso in questi anni nella gestione della società da parte di figure nostrane.
fonte: www.iltirreno.gelocal.it