Caressa su SKY attacca le Scuole Calcio Italiane e gli allenatori
"Noi abbiamo dei bestemmiatori a fare gli istruttori, servono educatori, siamo prigionieri della tattica"
Crisi del calcio italiano e a tener banco (concetto annoso) sono le Scuole Calcio per un generalizzazione che può essere giusta sotto certi aspetti, ma certo troppo esagerata per chi invece lavora con professionalità ed entusiasmo. E' quella che fa Fabio Caressa, famoso anchor-man di Sky (è il direttore dello sport dal 2013) che in un suo video-editoriale, pone l'accento sul problema innescato dalle dichiarazioni dell'ex calciatore croato Boban, secondo il quale in Italia "siamo prigionieri della tattica".
Un vero e proprio assist per Fabio Caressa che si scatena nel VIDEO che potete vedere qua sotto e che accusa il "sistema-Scuola Calcio" con frasi molto pesanti, tipo quella "che abbiamo dei bestemmiatori calcistici a fare gli istruttori di calcio".
Frasi che chiaramente possono aprire un dibattito sull'operato più o meno professionale che viene svolto. "Tutti vogliono ottenere i risultati, a otto anni insegnano la diagonale, devo invece insegnare a stoppare la palla, a giocare e a divertirsi".
Per non parlare poi di quello che accade sulle tribune con termini poco edificante. "Spero che ci sia un passaggio culturale che serve in Italia. Le Scuole Calcio vanno rese vere e reale, dove ci siano istruttori che non sanno solo che il pallone è rotondo e quella è una diagonale, ma che sappiano trattare i bambini. Degli istruttori che si comportino tali, noi invece abbiamo dei piccoli scarsi allenatori."
Ci piacerebbe sull'argomento sentire il pensiero degli utenti di TOSCANAGOL, gli stessi istruttori che vengono messi nel mirino da Caressa, ma anche i dirigenti delle società toscane per capire il loro pensiero. E' chiaro che le generalizzazioni non sono mai giuste, in Toscana ci sono tante Scuole Calcio che lavorano con metodo e con professionalità e che certo non possono essere messe in discussione. Come è vero però che nella massa, serva qualificare il proprio lavoro, magari aggiornandosi e tenendosi al passo dei tempi. Quanto alla "crisi culturale sportiva", non si può non essere d'accordo. Serve un cambio di rotta, una maniera diversa di approcciarsi, ma questo è un concetto globale di società e si va in un campo troppo minato.
Gino Mazzei