Dopo quaranta anni di storia chiude il club di Piano di Coreglia
I giocatori automaticamente svincolati vengono tesserati altrove
Da sola, la famiglia Turicchi ed Alessandro in particolare, non poteva andare avanti. Così il Piano di Coreglia, dopo più di quaranta anni di storia, chiude i battenti e dice addio al calcio FIGC.
Il buon campionato di prima categoria (con Venturelli ad inizio stagione e Mario Meschi poi) non è servito a convincere i dirigenti a continuare. Motivo? Si racconta che l'interesse nel paese fosse insufficiente e la collaborazione scarsa. E la prima categoria non è un campionato che si può affrontare con leggerezza e a costo zero.
Al di là del campanilismo e della fede sportiva di ognuno, il fatto che una realtà sportiva di calcio dilettantistico sparisca dalla circolazione, rappresenta sicuramente una sconfitta per tutto il movimento pallonaro. Piano di Coreglia resta così un paese che non ha più una formazione di calcio in grado di rappresentarlo in FIGC, inutile anche la fusione/inglobamento della dirigenza del Pescaglia, che nell'ultima stagione ha fatto cambiare denominazione al club in Piano di Coreglia Pescaglia.
Se ne va quindi dal panorama nostrano il club che lanciò Manuel Pera, dove si è affermato Emanuele Venturelli e dove si ricordano cinque campionati e una sfida playoffs vinta.
Così anche i giocatori, svincolati automaticamente, hanno preso altre strade. Stefano Luca Santini potrebbe avvicinarsi al Fornoli, Daniele Michelotti è sommerso da offerte di eccellenza, promozione e prima categoria.
Il Monsummano ha già annunciato gli arrivi di Gabriele Marchetti, Davide Picchi e del portiere (1994) Simone Menichetti. Il bomber Tommaso Manfredi passa al Lammari, mentre Akram Benlaidi è il nuovo attaccante del Barga.
La speranza, anche se dalla terza categoria, è quella di rivedere presto il nome Piano di Coreglia nuovamente nei calendari dei campionati di calcio.
NELLA FOTO ALESSANDRO TURICCHI, ULTIMO PRESIDENTE DEL PIANO DI COREGLIA