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"Questa BRUTTA STORIA non sciupa la BONTA' del CALCIO TOSCANO"

Il presidente della LND regionale Paolo Mangini fa il punto della situazione dopo le sentenze di primo grado della Giustizia Sportiva dopo le "combine" nella stagione 2016-2017

Ha sempre chiesto a gran voce e si è sempre adoperato perché queste sentenze arrivassero prima della fine della stagione. Così non è stato ed è chiaro che ora si prestano a molte interpretazioni, oltretutto in ottica anche futura stagione.

Stiamo parlando dei piccolo-grande “scandalo” che ha guastato in questi mesi la bellezza e la semplicità del calcio toscano. Una brutta storia da chiudere in fretta, ma che merita di essere ugualmente discussa per le conseguenze che sta arrecando. Squalifiche, retrocessioni, un secondo grado di giudizio che potrebbe cambiare tutto, insomma una situazione ancora fluida che analizziamo con il presidente regionale della Lega Nazionale Dilettanti della Toscana Paolo Mangini.

“Vorrei prima di tutto fare una doverosa premessa che è questa: il Comitato Regionale in tutta questa vicenda è parte lesa. Lo voglio dire molto chiaramente, noi siamo quelli che hanno subito le conseguenze di questi episodi, anche da un punto di vista di immagine del nostro movimento. Immagine che io devo, anzi ho l’obbligo, di tutelare. Detto questo devo dire che  gli episodi accertati,  ovviamente mi riferisco solo a quelli che hanno una sentenza definitiva,  sono da censurare senza se e senza ma, in maniera netta e non sono giustificabili in nessun modo. Non solo da un punto di vista regolamentare ed etico, aspetti questi che hanno la loro fondamentale importanza, ma anche perché non contribuiscono, anzi, contrastano l’impegno profuso in questi anni dal Comitato Regionale  per restituire al calcio dilettantistico quelle che sono le sue caratteristiche originarie,  i suoi valori: sano agonismo, partecipazione, campanilismo positivo, identità con il proprio tessuto sociale. Alcuni dirigenti, allenatori e giocatori, hanno agito in una “zona grigia” del contesto calcistico nella quale sono state messe in atto azioni e attività che si è ritenuto fossero naturali, logiche con i propri bisogni, tese a raggiungere un obiettivo, non necessariamente calcistico, qualunque esso fosse. Non è così. Il calcio è un’altra cosa, deve essere un’altra cosa”.

Storia brutta, ma in ogni caso resta un caso isolato. “Questi episodi non fanno bene al nostro movimento, anche se pensando al numero di gare disputate in un anno nella nostra regione, complessivamente più di 63 mila e quasi 9 mila per i soli dilettanti, ritengo di poter considerare  tali episodi  circoscritti e tale vorrei rimanessero, perché il nostro è un movimento sano, fatto di tante società distribuite capillarmente in tutta la nostra regione, dirigenti preparati e appassionati, volontari attivi, allenatori attenti che sacrificano il loro tempo libero per il calcio e che fanno delle nostre società delle vere e proprie agenzie educative sul territorio, in molti casi facendo supplenza ai compiti demandati agli enti pubblici”.

Perché c’è questa disparità nelle sentenze tra chi ha patteggiato e chi non?  “E’ necessario precisare che da tre anni c’è stata una modifica del Codice di Giustizia Sportiva nel quale sono stati introdotti alcuni cambiamenti, in particolare dell’articolo 23 e del 24, introducendo anche delle consistenti sanzioni pecuniarie a carico dei singoli tesserati che forse potevano essere meno onerose e soprattutto, più graduate in relazione allo status di dilettanti. Le modifiche prevedono all’articolo 23 un semplice patteggiamento con una riduzione di pena, all’articolo 24 un patteggiamento collaborativo che prevede una piena ammissione di colpa e fortissimi sconti di pena, escludendo già di per sé la radiazione. E’ chiaro che chi ha ritenuto di patteggiare ha usufruito in maniera legittima di quanto è previsto dal codice. Chi non ha patteggiato ora  potrà far valere le sue ragioni, altrettanto legittimamente, nel processo di secondo grado”.

Molti si aspettavano una maggiore severità nei confronti della Sestese che invece, come riporta la sentenza, non avrà “alcuna preclusione per la partecipazione ai campionati giovanili regionali di tutte le squadre del settore giovanile” . Prendo atto di quanto deciso dal Tribunale. C’è specificato chiaramente che non perderà i regionali. Posso dire, comunque,  che se all’interno della sentenza non ci fosse stata questa precisazione avrei inviato la documentazione al Presidente del  Settore Giovanile e Scolastico per avere  un’interpretazione autentica rispetto al diritto di  partecipazione o meno ai campionati regionali”.

Ora dobbiamo andare oltre e capire come è possibile limitare questi episodi. “Lo possiamo fare in due modi complementari. Il primo è quello volto alla promozione di una vera cultura sportiva e questo noi l’abbiamo fatto sostenendo da anni le iniziative svolte dal Settore Giovanile e Scolastico e anche nei nostri corsi dirigenti (due negli ultimi tre anni con 800 partecipanti) nei quali erano state inserite alcune “lezioni” specifiche sui valori del fair play, del rispetto, della partecipazione. La seconda cosa è quella di modificare i regolamenti dei vari campionati per rendere gli stessi più motivanti e competitivi fino alla fine del torneo, per limitare al massimo situazioni che potrebbero incentivare comportamenti non corretti. Proprio in questa direzione, l'anno passato, abbiamo modificato il regolamento dell’Eccellenza con l’allargamento dei playoff fino alla settima squadra classificata. E’ chiaro che la nostra intenzione è quella di continuare su questa strada, proponendo una modifica dei regolamenti in questo senso anche ad altri campionanti, sempre condividendola con le società della regione”.

In questa stagione non è piaciuto ad alcune società l’introduzione dei turni infrasettimanali. “E' vero, quest'anno c'è stata la necessità di programmare due turni infrasettimanali. Posso dire,  già fin da adesso, che i nostri uffici  hanno fatto una prima programmazione delle giornate dell’anno prossimo e posso assicurare che non saranno previsti turni durante la settimana”.

Il nostro movimento però ha anche tante note liete dal punto di vista dei risultati. “Ricordo il titolo di vice campione d’Italia della Rappresentativa Allievi, la vittoria nei playoff nazionali della Sinalunghese in Eccellenza, il titolo italiano nella categoria Juniores conquistato dalla Lastrigiana e ora ci prepariamo a seguire le finali nazionali dove giocheranno gli Allievi dello Scandicci e i Giovanissimi della Sestese ai quali invio il mio più caloroso in bocca al lupo. Vorrei ricordare anche l’inserimento tra le prime quattro squadre italiane della squadra femminile Giovanissimi del Livorno, non solo, ma anche quello del Tau Calcio Altopascio che è arrivato alle finali nazionali a quattro  del Torneo FAIR PLAY ESORDIENTI con società professionistiche. Grandi risultati sportivi il cui merito lo vorrei condividere con tutto il movimento sportivo della nostra regione”.

Un’ultima curiosità: cosa succederà ora nel girone B dell’Eccellenza dove la Sestese sarà messa all’ultimo posto. Chi retrocederà insieme alla Sestese in Promozione? “Considerando che questo caso è in assoluto il primo, non solo nella nostra regione ma penso anche in tutte le altre,  e considerata la complessità delle variabili che possono essere messe in campo, ho già inviato tutta la documentazione all’ufficio giuridico della Lega Nazionale Dilettanti, affinchè venga analizzato il contesto e possa essere presa una giusta decisione. Spero di avere il tutto in tempi stretti”.

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  Scritto da Gino Mazzei il 23/06/2018
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