FIORENTINA e territorio: quando le altre non scelgono la VIOLA
Sono tanti i casi di società giovanile e dilettantistiche della provincia che collaborano con club fuori regione
L’obiettivo è far arrivare in prima squadra i nuovi Bernardeschi, Babacar e Chiesa. Il ritorno di Corvino, il lavoro del professor Vergine, il ringiovanimento delle squadre giovanili, la prospettiva di creare una foresteria e un distretto per tutte le giovanili viola nell’area di Campo di Marte, una volta che la Fiorentina si sposterà (si spera) nel nuovo stadio alla Mercafir. Progetti, presenti, futuri e a lungo termine, che vanno in una direzione precisa: creare sempre più un modello di ‘cantera’ viola, portare più giovani possibili nei prossimi anni in prima squadra. ‘Se avessimo un centro sportivo come Monteboro per i giovani, ci sarebbero più Chiesa in prima squadra”, ha detto nei giorni scorsi Federico Guidi, tecnico della Primavera viola, riferendosi all’ Empoli.
Proprio il modello Empoli, ed il calcio toscano, aprono un altro scenario. Perché non sempre, la Fiorentina, riesce ad ‘aggiudicarsi’ i piccoli talenti ad un passo da casa. Spesso l’orbita viola non arriva in quelle squadre giovanili a pochi chilometri da viale Fanti. O magari arriva tardi. Tanti i motivi, colpa anche a volte di intuizioni e tempismo che possono essere giusti o sbagliati. Tutto dovuto, però, anche al rapporto della Fiorentina con le squadre del territorio. Non sempre vista una ‘grande madre’, la società viola. Tra problemi di rapporti, ed anche economici.
Il paradosso è quindi dato dal fatto che mentre in Toscana la Fiorentina può vantare una decina di collaborazioni (tra queste Mezzana, Barga, Capostrada, Aglianese, Baldaccio Bruni, Lido di Camaiore), di cui però soltanto una vera con una squadra della Provincia di Firenze, il Porta Romana, le società dilettantistiche e giovanili della zona fiorentina preferiscono legarsi a club diversi, anche distanti geograficamente. Di vecchia data sono le collaborazioni tra Sestese e Prato e tra Rifredi 2000 e Empoli, mentre recentemente si è assistito all’affiliazione tra Atletica Castello e Ponte Rondinella con il Chievo Verona del Presidente Campedelli. Lo stesso numero uno del Chievo fu presente a Ponte a Greve al momento della presentazione della partnership: scambio di idee, osservatori e allenatori veronesi presenti abitualmente sui campi fiorentini, esperienze continue di giovani giocatori e staff tecnico a Veronello. Senza scordarsi poi l’affiliazione tra il Casellina e la Sampdoria, tra la Floria 2000 e lo Spezia e tra l’Impruneta Tavarnuzze e l’Atalanta, il vivaio fiore all’occhiello quando si parla di risultati a livello di settore giovanile. Una collaborazione anche in questo caso fatta di visite continue tra Firenze e Zingonia, di crescita reciproca. Perché forse più che del marchio, di un kit o di una tuta da allenamento viola con il giglio, le società fiorentine sentono il bisogno di legarsi a un percorso, a un modo di fare calcio che la Fiorentina non può garantire, o solo marginalmente. Un modo di fare calcio che riparta dall’Abc, dalla cura dei particolari e dei fondamentali e non serva soltanto per avere un biglietto allo stadio ridotto la Domenica.
Allo stesso tempo, occorre però dire che la squadra viola è ben radicata a livello italiano. Oltre alle dieci affiliazioni in Toscana infatti si registrano negli ultimi anni collaborazioni con 5 squadre in Lombardia, 4 in Liguria e nel Lazio, 3 nelle Marche, 2 in Umbria, in Piemonte e in Abruzzo, 1 in Campania e in Basilicata. Senza dimenticare i rapporti e la continua ricerca con il mondo scolastico rappresentato dal Fiorentina School. Un impianto importante, che però, resta carente nel contatto con il territorio, con la provincia, con la realtà più limitrofa. In fondo tutti sogniamo una Fiorentina di fiorentini.
fonte: www.fiorentina.it