Un cartello al campo per "educare" genitori e nonni
Lo metterà presto il Pescia del presidente Patrizia Angeli: "Ancora non si è capito che si deve vivere il calcio come un divertimento"
"Cari GENITORI, cari NONNI
Se siete venuti per vedermi giocare
RICORDATE che
l'ALLENATORE... ha il compito di allenare
l'ARBITRO... di arbitrare
IO... di GIOCARE
DIVERTITEVI ANCHE VOI
Il Vostro compito è quello di
INCITARE la ia squadra
quindi non PENSATE AI CONSIGLI TECNCII
NON URLATE... mi mettete in confusione
NON INSULTATE L'ARBITRO E GLI AVVERSARI
sono ragazzi come me
Ricordate che ho il diritto...
DI SBAGLIARE
PERDERE... NON è una TRAGEDIA
STATE SERENI
GODETEVI LA PARTITA
Ecco il testo di un cartello che sta circolando in questi giorni su Facebook e che viene spesso "ospitato" nelle varie bacheche. Qualche società sta pensando di farlo materialmente e attaccarlo alla rete del proprio campo: è il caso del Pescia del presidente Patrizia Angeli, da sempre una molto sensibile a certi ragionamenti.
"Lo sto facendo fare. Quello che c'è scritto sopra è totalmente da condividere - spiega Patrizia Angeli a TOSCANAGOL - e credo che sia un monito che tutti devono leggere quando arrivano ad un campo sportivo. Qua ancora non si è capito che seguire le partite di calcio giovanile deve essere un divertimento. Il tifo deve essere sano, nell'ambito della sportività."
Concetti di "cultura" sportiva che vedono l'Italia assolutamente indietro rispetto ad altri paesi. "Vanno educati i genitori e l'impresa è ardua. Appena c'è un po' di agonismo si perde tutto di vista. Questo avviene anche nella Scuola Calcio. Il lavoro più difficile è far capire ai genitori come devono vivere l'approccio calcistico del figlio. Cosa succede poi? Che i ragazzi giocano in pratica tre partite: la prima in precedenza con i genitori che spiegano cosa devono fare, la seconda realmente in campo, la terza dopo, con i commenti e le critiche a questo o a quello. Sono atteggiamenti totalmente da censurare che esulano dai sani principi dello sport."
Educazione che manca sui campi da gioco, ma purtroppo manca nella vita di tutti i giorni. "E' questo il problema. Se tutto questo non c'è, è chiaro che poi i ragazzi si sentano in dovere di fare certe cose. Da anni nelle mie società sto cercando di portere avanti questi ragionamenti, sto attenta ai comportamenti, al fairplay. Non è semplice però, i genitori sono tanti e molti riescono a "trasformarsi": agnellini fuori, leoni dentro."
E poi un invito a tutte le società. "Sarebbe importante che tutti tenessimo un codice comportamento, che ci sia una sinergia per spiegare ai genitori della Scuola Calcio che il risultato non conta. Ci sono però società che enfatizzano, che si fanno forti dei 14-0 per poi vantarsi e cercarti i migliori pezzi dicendoli che da loro si vince di più..."